5 marzo 2024 Bellezze d'Italia

Museo Nazionale Rossini: Entra nel mondo del genio

Il Museo Nazionale Rossini racconta la vita, il grande artista e tutto il mondo dell’opera di Gioachino Rossini, cittadino illustre di Pesaro, nato il 29 febbraio 1792.

LE SALE ESPOSITIVE

Il percorso museale si snoda in 10 sale che raccontano la vita di Gioachino Rossini come fosse un’opera lirica, scandita da un’Ouverture, due Atti e un Intermezzo, in cui le vicende biografiche si intrecciano al contesto storico degli avvenimenti politici e culturali in Italia e in Europa.  

OUVERTURE
Sala 1 – Sala degli specchi L’ingresso – ouverture è il grande salone degli specchi e delle colonne, funzionale ad accogliere incontri ed eventi.

Il grande protagonista della prima sala è il pianoforte Pleyel del Maestro con la firma sul telaio. Il percorso è introdotto da un busto di Rossini e un ritratto ad olio su tela di Vito D’Ancona (1840-50), fratello di Giacomo; sulla parete opposta la grande “Veduta di Pesaro” di Francesco Foschi (ca. 1760).  

I ATTO
Sala 2 – Infanzia e formazione (1792-1812)

La nascita di Rossini a Pesaro il 29 febbraio 1792, la famiglia, i primi spostamenti in Romagna, a Lugo, Ravenna e Bologna, fino all’importante debutto a Venezia con “La cambiale di matrimonio” (1810). Si trovano le riproduzioni dei ritratti dei genitori e si racconta dei maestri di Gioachino: Primetti, Padre Stanislao Mattei, i fratelli Malerbi e le prime composizioni in casa Triossi a Conventello di Ravenna.

Rossini a Venezia: s’innamora di Ester Mombelli e compone la sua seconda opera “L’equivoco stravagante” (1811) seguito dal grande successo de “L’inganno felice” (1812). Nello stesso anno compone: “La scala di seta” e “L’occasione fa il ladro”, “Ciro in Babilonia” e al Teatro Valle di Roma esordisce con “Demetrio e Polibio”, prima composizione operistica.  

Sala 3 – Primi successi (1812-1815)

Rossini grazie alla conoscenza di Domenico Barbaja entra nel mondo del Teatro alla Scala e debutta con “La pietra del paragone” (1812) e diventa l’idolo di Milano con più di 50 rappresentazioni.

Torna a Venezia per “Il signor Bruschino”, “Tancredi” e “L’Italiana in Algeri” (1813), nello stesso anno “Aureliano in Palmira” inaugura la stagione di Carnevale del Teatro alla Scala. Nel 1814, prima rappresentazione del “Il Turco in Italia” sempre alla Scala, e al Teatro La Fenice di “Sigismondo”. Intanto gli austriaci rientrano con Metternich a Milano, Napoleone abdica poi fugge dall’Elba e Murat risale l’Italia contro gli austriaci ma poi è sconfitto. Rossini, che per lui compone “l’Inno dell’Indipendenza” (eseguito a Bologna nel 1815), dopo il ribaltone austriaco si trasferisce a Napoli su consiglio di Barbaja e di Isabella Colbran, soprano e compositrice spagnola.  

Sala 4 -Soggiorno napoletano (1815 – 1822)

Nonostante la nomea di sovversivo per l’appoggio a Murat, il re borbonico di Napoli vuole garantirsi l’opera del genio pesarese che diventa direttore del San Carlo. Il 4 ottobre 1815 va in scena la prima di “Elisabetta, regina d’Inghilterra” e Stendhal esalta l’interpretazione della Colbran.  

Compone “Otello” presentato nel 1816 al Teatro del Fondo di Napoli, poiché il San Carlo è stato distrutto da un incendio. Ma nel gennaio 1817 è già ricostruito e vi torna con “Armida”, poi di nuovo nel 1818 con “Mosè in Egitto” e “Ricciardo e Zoraide” e nel 1819 con “Ermione”. Si ritira lentamente dalla città di Napoli dopo la messa in scena di “Maometto secondo” (1820) e “Zelmira” (1822).  

Sala 5 – Licenze da Napoli (1815 – 1821)

Viaggia tra Napoli e Roma dove incassa un primo fiasco con “Torvaldo e Dorliska” (1815) al Teatro Valle, con orchestra dilettante. Secondo fiasco il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina con “Il barbiere di Siviglia”, commissionato dal duca Cesarini Sforza. La seconda serata però è un gran successo. Ancora a Roma con “Adelaide di Borgogna” e “La Cenerentola” che, rappresentata al Teatro Valle il 25 gennaio 1817, è un trionfo e sarà replicata in tutta Europa. Nel febbraio 1817 Rossini si sistema a Bologna nella villa di Castenaso con Isabella Colbran. Altro grande trionfo alla Scala di Milano con “La gazza ladra”, a 24 anni è già molto famoso. Rappresenta al San Carlo di Napoli “La donna del lago” nel settembre del 1819. Nello stesso anno presenta “Eduardo e Cristina” alla Fenice di Venezia e a dicembre torna a Milano per Bianca e Falliero” alla Scala con scene di Alessandro Sanquirico. A Roma nel 1821 presenta “Matilde di Shabran”.  

INTERMEZZO
Sala 6 – Rossini renaissance

Un grande e confortevole ambiente in cui rilassarsi e immergersi nella visione e nell’ascolto dei capolavori rossiniani. Si possono vedere filmati di edizioni importanti delle sue opere: “Il barbiere di Siviglia”, “La pietra del paragone”, “Mosè in Egitto”, “La Cenerentola”, “Guillaume Tell”, con alte prestazioni sonore. A corredo, plastici e spaccati di teatri e maquette di scenografie operistiche. La sala è dedicata alla rinascita rossiniana nella prima metà del Novecento, dopo un secolo di abbandono dovuto al cambiamento della cultura e del gusto del pubblico con l’avvento del melodramma romantico.  

II ATTO
Sala 7 – In Europa (1822 – 1824)

Il 16 marzo 1822, tornato a Bologna, si aprono nuovi orizzonti in Europa, pur con ricorrenti visite a Bologna, Firenze e Milano. Per il Congresso di Verona compone nel 1822 le cantate “La santa alleanza” e “Il vero omaggio”. Metternich lo invita a Vienna intendendo dedicare un’intera stagione al Maestro italiano. Qui incontra Beethoven in condizioni di ristrettezza e s’interessa per il suo mantenimento economico. Nel 1823, a Venezia, “Semiramide” chiude la carriera italiana. Parte per l’Inghilterra e il 29 dicembre 1823 fa visita a re Giorgio IV presso il Royal Pavillion a Brighton: suona col re e col soprano Angelica Catalani. Passa sette mesi a Londra dove compone un lamento funebre per la morte di Byron. Al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona nel 1824 va in scena “Adina”, composta nel 1818. Nel 1924 lascia per sempre l’Inghilterra.  

Sala 8 – Parigi primo atto (1825 – 1830)

Cinque anni, cinque opere. Nel 1825 accetta dal visconte de La Rochefoucauld la nomina a Direttore del Théâtre Italien a Parigi. Nel giugno del 1825 compone “Il viaggio a Reims”, una cantata per l’incoronazione di Carlo X. Riceve la Legion D’Honneur dopo la rappresentazione de “La siège de Corinthe” (1826) e “Moïse et Pharaon” (1827). Compone “Le Comte Ory” nel 1828 e infine il “Guillaume Tell”, il suo canto del cigno. La prima dell’opera, dopo innumerevoli prove e di molti mesi, è rappresentata il 3 agosto 1829.  

Sala 9 – Rientro in Italia (1830 – 1855)

Le composizioni religiose di Rossini e il periodo finale della sua vita. Del 1832 è “Giovanna d’Arco”, cantata per mezzosoprano e pianoforte e del 1833 lo “Stabat Mater” (prima versione in 13 brani di cui 7 composti da Giovanni Tadolini). Nel gennaio del 1838 un incendio distrugge il Theatre-Italien a Parigi. Gran parte del lavoro di Rossini è distrutto. Nel 1841 appronta la versione definitiva dello “Stabat Mater” (10 brani di suo pugno, eliminando quelli di Tadolini). Nel 1847 la “Cantata in onore del sommo pontefice Pio IX” (composta nel 1846). Scoppia il caos dopo gli insulti al suo balcone di casa, e da Bologna scappa a Firenze, dove rimane fino al 1855.

Sala 10 – Parigi ultimo atto (1855-1868)

Nel 1855 Rossini e la moglie fanno ritorno a Parigi dopo aver venduto tutto a Firenze e Bologna. Napoleone III lo accoglie e ritorna in auge la sua presenza in città. Scrive i “Péchés de vieillesse” (Peccati di vecchiaia) composizioni per canto e pianoforte (dal 1857 al 1868). Nel 1863 scrive la splendida “Petite Messe solennelle” che orchestrerà un anno prima della morte. Nel 1864 si trasferisce nella sua villa fatta costruire a Passy, vicino a quella di Balzac, con soffitti affrescati con ritratti di Mozart, Beethoven, Cimarosa, Haydn e Padre Martini, grande teorico della musica. La villa diviene leggendaria per i riti del cibo. Nel dicembre 1866 ha un infarto e l’anno dopo compone “l’Hymne à Napoléon III et à son vaillant peuple” (Inno a Napoleone III) e nel 1868 “La corona d’Italia”. Rossini muore il 13 novembre 1868 dopo una serie di interventi dolorosi. Il funerale è pagato da Napoleone III e viene sepolto al cimitero di Pere-Lachaise accanto a Chopin, Bellini e Cherubini. Verdi scrive un requiem in sua memoria.

Il compositore lascia la propria fortuna al Comune di Pesaro, che ha finanziato il Conservatorio, l’Accademia musicale e nel 1940 la Fondazione Rossini. Lascia anche la “collezione Hercolani – Rossini” con dipinti di Bellini, Beccafumi, Reni e Tintoretto.  

SALE MULTIMEDIALI

Sala audio e video: Le opere del compositore fruibili attraverso tablet e cuffie individuali in una dimensione relax.

Postazioni interattive: Orchestra interattiva - muovendo nell’aria la mano si ascoltano estratti diversi delle opere rossiniane isolandone gli strumenti.

Visita virtuale in 3d al Tempietto Rossiniano del Conservatorio Rossini.

Proiezione interattiva del Teatro Rossini.  

Il Museo Nazionale Rossini ha sede nel piano nobile di Palazzo Montani Antaldi, edificio di pregio in centro storico, e costituisce la punta di diamante del grande percorso rossiniano di Pesaro, Città della Musica, che comprende altresì il Teatro Rossini, Casa Rossini, Palazzo Mosca – Musei Civici, il Tempietto Rossiniano, Palazzo Olivieri e la Biblioteca della Fondazione Rossini (situata al piano terra dell’edificio).  

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